Servizio Civile Universale

Ocotepec, il paese dei bambini.

Written by Francesca

Provare a raccontare questi due mesi di Servizio Civile non sarà facile, se non per il fatto che se ci penso mi sembra siano passati molto più di due mesi.
L’arrivo ad Ocotepec per me è stato proprio come entrare in un altro mondo, un mondo diverso per i colori, i profumi, i suoni e per lo scandire del tempo.
La sveglia all’alba e le mattine piene a dare la colazione ai bambini del Desayunador, giocare con loro e poi le lezioni a scuola ( ho scoperto che educazione fisica è il momento preferito di tutte le classi).
I pomeriggi tranquilli e piovosi e le attività manuali con i bambini tra forbici colla e pasta di sale.
Ed infine le domeniche di escursione e camminate in montagna, tra le varie comunità.
L’entrata in un nuovo mondo è stata anche quella nel mondo delle suore che fino a questo momento mi era sconosciuto, la quotidianità con loro è stata interessante, capirne le dinamiche, le regole e le abitudini.
È stato piacevolmente sorprendente scoprire , o meglio confermare, che dietro al ruolo, che è sicuramente scelta di vita e vocazione, vi siano persone vere con storie di vite straordinarie con interessi e talenti, con ironia e senso dell’umorismo, con i loro difetti e i loro pregi, con la loro umanità.
Se c’è una cosa che mi porterò in valigia e che non mi aspettavo alla partenza, sono sicuramente i pranzi e le cene passati a chiacchierare e a ridere di gusto con loro.
Un’ altra menzione è certamente da fare a Sara, la migliore compagna di viaggio seppur breve. È stato difficile salutarla, io non sono una persona che si apre facilmente e nonostante la malinconia dei saluti sono contenta di aver trovato un’amica, tremendo equipo siamo state.
Questo è prova che un’esperienza del genere va fatta con qualcun altro e se poi trovi la sintonia giusta con quella persona come è capitato a me, è tutto di guadagnato.
Il ricordo che mi tengo più stretto sono ovviamente i bambini del Desayunador e del collegio, ma anche quelli incontrati per caso per strada che sorridono timidamente.
Mi ha sorpreso la quantità di bambini che ho visto e conosciuto in soli due mesi.
Ovviamente sono influenzata dalle attività svolte che mi hanno portato a relazionarmi più con loro che con gli adulti e sicuramente la mia visione è quella eurocentrica e non abituata a vedere tanti bambini e soprattutto a vederli completamente liberi e selvaggi giocare per strada.
Ocotepec il paese dei bambini, se dovessi trovare una definizione darei questa.
In questo periodo vissuto, mi sarò relazionata con più di 200 bambini tra Desayunador e centro educativo, e loro sono solo una minima parte della popolazione minore di Ocotepec.
Quanti altri bambini ci saranno? Quante vite? Quante storie?
Chi cammina mano nella mano con la madre ed è figlio unico (situazione anormale per Ocotepec), chi vive solo con la nonna e quattro cugini, chi ha sette fratelli, chi non va più a scuola ma lavora per comprarsi le caramelle (nel migliore dei casi solo quelle) o chi non ci va perché fa da mamma ai fratelli minori.
Sono i loro volti e i loro sguardi quelli che mi porterò dentro, la loro libertà ed il loro modo di vivere come bambini in una vita che spesso è già adulta, che mi ha suscitato tanta curiosità ed interesse, e allo stesso tempo il loro essere bambini come in qualunque altra parte del mondo: ingenui, curiosi, capricciosi e gioiosi.
Spero di poter tornare e rivedere quei paesaggi, quelle montagne e soprattutto quei sorrisi magari diversi e cresciuti e che questo non sia un addio.
Arrivederci Ocotepec terra di immenso verde, di stupende albe, paese dei bambini.

Angela, operatrice volontaria di Servizio Civile Universale ad Ocotepec (Messico)

About the author

Francesca