È martedì 18 giugno. Sono in refettorio e Sara è in camera a preparare la valigia. La camera è un vero disastro. Domani parte, se ne torna in Italia, mentre io ho deciso di rimanere qui in Madagascar ancora per un po’. Da domani resterò qui da sola e anche per il progetto di Servizio Civile, beh la sua fine è vicina.
Ripercorrere tutto quello che ha rappresentato per me il Madagascar non è facile; ciò che ho vissuto, scoperto, sbagliato e imparato è veramente enorme, e forse l’unica cosa che in questo preciso momento riesco a pensare è a come sarebbe stato se tutto questo non fosse accaduto.
Come sarei ora, se non avessi incrociato il cammino di certe persone? Se non avessi vissuto determinati luoghi e situazioni?
Prima di partire mi sono sentita ripetere molte volte che al mio ritorno sarei stata una persona diversa. Spoiler: è vero. Giorno dopo giorno ho percepito sempre di più che qualcosa dentro di me stava mutando, evolvendo. E come potrebbe essere stato diverso dopo tutto quello che ho incontrato qui. I bambini, pieni del loro amore così puro, hanno riempito le mie giornate con urla, risate, giochi e anche qualche dramma a volte. Le suore, subito catturate dalle nostre parti migliori, le hanno messe alla luce ogni giorno, anche quando eravamo noi a non volerle vedere.
Il popolo e la sua cultura, alle volte così opposti dalle nostre realtà da divenire un qualcosa di unico ed affascinante. La bellezza dei luoghi, ma di qualsiasi luogo, di ogni dato dettaglio, anche il più piccolo, che ti cattura, a volte ti rende immobile e fermo, quasi incapace di definire quello che ti sta scaturendo dentro; ma probabilmente non serve. E le persone che mi hanno accompagnato in questo cammino. Tutte quelle che sono state supporto, quelle che ho potuto conoscere e rivalutare nel tempo, quelle che sono state amicizie sincere, chi è stato per me ispirazione, un punto di svolta o un punto di inizio; quelle che ho detestato a volte: grazie di aver fatto parte di questo cambiamento. Ciò che ho trovato qui mi accompagnerà in qualsiasi parte del mondo io sia, ne sono certa, e sarà sempre parte di me.
Se mi dovessi proiettare al giorno in cui tutto questo finirà, non ne sono capace. È strano. Però, nonostante ciò, nonostante il fatto che per me tutta questa esperienza, il Madagascar, non sia ancora finita, un capitolo di questo libro sta terminando. È come se fossi al penultimo, ma non ho ancora finito di leggere il libro intero.
Greta, operatrice volontaria di Servizio Civile Universale in Madagascar