Servizio Civile Universale

Costa Rica: Pura Vida

Written by Francesca

Sono in Costa Rica da 3 mesi quando mi chiedono di scrivere le mia prima testimonianza sull’esperienza che sto vivendo. Cerco di ripercorrere con la memoria tutto quello che è successo.

Tutto è iniziato con 1 volo cancellato, 1 aereo in ritardo che poteva compromettere la coincidenza del volo successivo, 3 ragazze che conoscevo appena. 12 ore di volo, i film che non funzionano, il pasto a base di pollo per me che sono vegetariana. È continuato con 2 suore che ci sono venute a prendere all’aeroporto, un tragitto in auto di un’ora e mezza in una città buia e caotica (solo dopo 2 mesi ho scoperto che quel tragitto, normalmente, si può percorrere in 20 minuti). Il benvenuto di 12 suore che ci hanno accolte cantando, 4 ragazze di 16 anni che ci hanno preso le valigie e le hanno portate nelle nostre stanze, vuote.

Durante le prime settimane il tempo passava lento, le giornate sembravano infinite. Alle 2 in punto iniziava a piovere e noi, temerarie, continuavamo ad uscire senza ombrello.

Poi sono iniziate le attività nella comunità, le feste, le gite fuori porta, le amicizie. Questo posto, così ostile e diverso da quello a cui ero abituata, ha iniziato a prendere le sembianze di casa e, in soli 3 mesi, mi ha insegnato tanto. Ho imparato che qui le persone non sanno esattamente dove abitano o dove si trovano i posti, però, per cortesia, ti daranno sempre indicazioni “a 500m a Nord, 600 a Est, di fronte a…”. Ho imparato che ai Ticos (cosi vengono chiamati i Costaricani) piace parlare tantissimo e possono andare avanti ore a raccontarti una storia. Ho imparato che qui i dolci sono principalmente a base di cocco e dulce de leche; che il platano sta bene con tutto (soprattutto se fritto) dolce o salato che sia il pasto che stai mangiando; che la colazione deve essere abbondante e che il Gallo Pinto (riso e fagioli) è d’obbligo per iniziare bene la giornata; che la frutta tropicale è pazzesca e no, non è quella dei supermercati italiani. Ho imparato che la cosa più importante al mattino non è sapere come stai ma come hai dormito, perché giustamente se dormi male come può iniziare bene la giornata? Ho imparato che le stagioni sono solo due: inverno ed estate, con la differenza che in inverno piove e in estate no, ma sotto i 20 gradi non si scende mai. Che il rumore della pioggia che sbatte sulle lamiere di metallo può essere rilassante e che il profumo e il fresco che lascia un temporale sono un tesoro prezioso. Ho imparato che la natura non ha limiti, cresce rigogliosa e si crea spazio in ogni angolo; che non importa se ci sono marciapiedi, strade, case, la natura avrà sempre la meglio; che alle cascate piace nascondersi in mezzo a fitte foreste per farsi trovare e offrire stupore; che gli animali sono curiosi e amano farsi ammirare, e che l’oceano regala pace.

Ho imparato, grazie ai bambini della Guarderia, che non importa quanti anni hai, da dove vieni, quanti soldi hai e se il giorno prima hai dormito nella calle (ovvero nella strada), se mi stai simpatico, io gioco con te.

Ho imparato a essere grata e a riconoscere la gratitudine nel volto e nel silenzio delle persone, che ascoltare e mettersi a disposizione a volte è apprezzato più di un pezzo di pane da chi, un pezzo di pane, proprio non lo ha. Perché i rapporti umani, la compassione (nel senso più antico del termine di “soffrire con”, “provare emozioni con”), l’empatia sono ciò che ci rende umani e ci dà la forza per continuare a provarci, a vivere.

Sono passati 3 mesi: spesso mi sembra già passato un anno, a volte nemmeno poche settimane.

La lista dei racconti credo continuerà solo ad allungarsi, e per i più curiosi ne riparleremo tra qualche mese! Nel frattempo, Pura Vida.

Maria Luisa, operatrice volontaria SCU in Costa Rica

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