Dalla radice dell’incontro è nato il mio viaggio: un fiore costellato da petali di legami. Che sia con le persone, la città o la natura, attraverso l’incontro i miei occhi passo a passo hanno potuto adottare lenti nuove con le quali osservare e conoscere un paese sfumato da tante realtà.
Ho visto e vissuto i Ticos, che con la loro insistente gentilezza e ospitalità desiderano ardentemente far conoscere ad un perfetto sconosciuto tutti i luoghi e tutte le strade che animano il paese della pura, ma dura, vida.
Ho visto e vissuto una città, San José, che nel suo caos, nel suo smog, nella sua indigenza e nel suo eccesso, mi ha aiutato a comprendere l’importanza nella vita degli elementi di disturbo. Perché più ti immergi in ciò che scuote in te inquietudine e rabbia e più col tempo riesci a incanalare il senso di indignazione nel desiderio che le cose vadano verso altre vie e scavalchino così quei confini che da tempo stagnano, opprimono e impoveriscono le vite di molti.
Ho visto e vissuto un paese che straripa di biodiversità. Una biodiversità che porta in grembo una natura così imponente, smisurata e multiforme che il solo posare gli occhi al suo cospetto ti fa sentire un essere tanto piccolo ma, al contempo, talmente profondo da contenere sentimenti vasti e intricati quanto le sue radici.
Ho visto e vissuto i Bribri, la comunità indigena che porta dentro di sé lo spirito legato agli albori del Paese. Abitando insieme a loro ho scalato le vette della mia fantasia -dove li rappresentavo selvaggi e primitivi- per poi approdare nella consapevolezza che, a essere sinceri, i veri selvaggi e primitivi di mente siamo proprio noi. Ho conosciuto una cultura piena di sfumature, legata alla terra e ai legami fra le persone. Ho conosciuto un Dio, Sibö, personificato nella natura e negli uomini. Ho conosciuto gli anziani portatori della ricchezza più inestimabile: il sapere, cuore di una cultura e del linguaggio di un popolo. Un popolo che nonostante i numerosi tentativi di sradicamento subìti -dai Conquistadores allo Stato moderno- resiste e insiste in nome di un’identità. Ho conosciuto Melerük, il distretto dove vivono, che nella lingua Bribri significa “l’essenza della montagna”. Nel tentativo di conoscere e definire l’essenza della montagna, ho visto il brillio che scaturiva dagli occhi di quel popolo nel raccontarsi. E poggiando il mio sguardo su coloro che nutrono la propria anima per mezzo del racconto, ho conosciuto l’essenza della montagna.
In questa esperienza ho visto e vissuto un ventaglio di realtà. Che siano realtà raggianti per il loro fascino, accecanti per il loro tormento o tetre per l’impossibilità di essere comprese subito, nel loro enigmatico complesso è rinvenuta un’occasione non da poco: quella di guardare un mondo, per me, nuovo. Nell’osservarlo muoversi ho conosciuto; e nella conoscenza ho riflettuto; nella riflessione ho vissuto; e soltanto dopo aver vissuto, ho assaporato l’essenza di questo arcano gioco che chiamiamo viaggio.
Arianna, operatrice volontaria del Servizio Civile Universale in Costa Rica