Servizio Civile Universale

Una tela di colori: il Costa Rica di Elisa

Written by Francesca

Tre mesi fa mettevo piede per la prima volta nel paese della pace. Una volta attraversati i 5 km di nuvole che avvolgono la città atterrai in un posto grigio e piovoso, non rispecchiava le mie aspettative, ma chiunque sa che è sbagliato farsi aspettative prima di un lungo viaggio.
Accolta dalla stagione della pioggia imparai ad ascoltare oltre il rumore e la polvere, oltre il calore e l’acqua, oltre i terremoti e le alluvioni.

Girando per le strade del centro cominciavo a farmi un idea di quella che sarebbe stata la mia casa per un anno e anche del motivo del nostro supporto sul posto.
Una città rumorosa, ricca di auto spericolate, vagabondi e indigenti, bambini svestiti, rifugiati, bus pirata, biciclette modificate, uccelli che strillano, sirene ad ogni ora, polizia in mountain bike, pali inclinati dai tanti fili elettrici, fossi larghi a lato di ogni marciapiede e tombini aperti, tende montate sotto i portici e venditori ambulanti di agua de pipa, plátano frito e mammon chino.
Potrei descrivere a lungo ogni cosa che ho trovato strana qui non appena arrivata, ma la verità è che ogni giorno ne scopro una nuova e non smetto mai di rimanere colpita.
Per i “Ticos”( costaricensi originali ) una delle cose più importanti da chiedere appena ti incontrano è “come ti sei svegliato?” Non danno troppa importanza al come stai attualmente ma la danno senz’altro al tuo risveglio mattutino poiché l’umore che si acquista da un buon riposo notturno consente di ricaricare le pile e affrontare al meglio la giornata.
Da questa premura deriva anche il motivo di salutarsi con il termine “Pura Vida”, un invito a vivere al meglio la giornata e con un senso più ampio anche e soprattutto la vita.
Non perdono mai le energie qui, anche dopo aver lavorato tanto sono sempre pronti a fare festa, a cantare e ballare musica tipica.
Il loro carattere rispecchia il clima tropicale ed esotico, sono persone calde e accoglienti a volte un po’ troppo insistenti ma guai a rifiutare i loro inviti a cena.
La cosa che più mi ha colpito é sicuramente il loro amore per la famiglia. Nonostante i salari siamo nella maggior parte dei casi molto bassi rispetto al costo della vita e sia evidente l’alto tasso di povertà le persone si riuniscono anche per un po’ di Gallo pinto (riso e fagioli) o un po’ di caffè conversando, giocando e godendosi la compagnia della famiglia e degli amici, hanno sempre tante cose da raccontarsi e si augurano l’un con l’altro felicità, prosperità e benedizione.
Non ci è voluto molto prima di ritrovarmi ad operare in progetti di auto sociale. Ho iniziato a capire la varie realtà del mondo, la doppia faccia di un paese e il coraggio e la fragilità di una persona.
Un paese con una splendida natura, la frutta più buona che abbia mai assaggiato, un sole fortissimo, farfalle dai mille colori, un paese senza esercito, senza armi per difendersi, ma con così tanta violenza tra le sue mura, un paese ricco di amore per la patria e per i turisti ma altresì ricco di ladri e vandali. Così tante bandiere fuori i balconi, così tante festività annuali, così tante iniziative solidali eppure così tante e continue necessità.
Merita tante mani quanto il numero di volte in cui ti lascia senza fiato.
Ogni persona che ho conosciuto fino ad ora ha dipinto un colore sulla mia tela e non vedo l’ora di mostrarvela alla fine di questa esperienza.
Sono Elisa, volontaria del servizio civile universale a San José (CR) e quello che vi ho raccontato sono i miei primi mesi in Costa Rica.

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Francesca