Quando parti per una nuova esperienza, una nuova avventura, essendo appunto nuova, tutte le tue aspettative saranno stravolte. Così è stato per me una volta arrivata in Repubblica Dominicana. Ogni Paese è una scoperta.
Ci troviamo a Barahona, città più povera rispetto ad altre del Paese, ma forse, quella povertà che vedo riflessa nelle casette di legno che pendono un po’ di lato, non è vera e propria povertà ma, piuttosto, un’altra maniera di essere, di vivere senza troppi fronzoli. Con semplicità. Come quei bambini che corrono scalzi per strada, sulle pietre delle vie sterrate, e io ogni volta mi preoccupo per i loro piedini, ma loro sono abituati e contenti, sono io che mi pongo problemi a volte inesistenti, perché spesso la risposta è la semplicità. Quando poi ti addentri in località dove non esiste l’acqua corrente o l’elettricità, dove le case non hanno un bagno, allora ti ricordi di quanto davvero abbiamo bisogno di poco e spesso ci circondiamo di tante cose futili. Ed è proprio in quei posti dove la gente ha meno, che ti accoglie ad entrare nelle loro case, ti offre un caffè e, mentre i bambini giocano a nascondersi dal tuo sguardo, ti dice che a loro basta che la giornata sia bella, per essere contenti. Sono proprio quelle persone che insistono per regalarti qualche buon frutto o qualcosa di quel poco che possiedono. Come i bambini della scuola dove svolgiamo il nostro servizio, che spesso vogliono condividere con noi la loro merenda o regalarci qualcosa di loro, ma non sanno che ci fanno un regalo ogni volta che, correndo, ci vengono incontro, urlando il nostro nome, per abbracciarci. È stato così fin dal primo giorno, abbracci inaspettati e immeritati, arricchiti da grandi occhioni curiosi.
Quest’esperienza di servizio civile mi sta insegnando, ancora una volta, a non avere aspettative, a non avere pretese e lasciarsi guidare dagli avvenimenti, lasciare che tutto fluisca.
Sono qui da più di 4 mesi e ormai le palme e i banani sono parte del paesaggio e della quotidianità, a volte mi dimentico che fino a qualche mese fa tutto questo mi risultava sconosciuto ed esotico. E nonostante uno si abitui alla quotidianità del Paese che lo ospita e tutto diventi più familiare, c’è sempre qualcosa di nuovo da scoprire pronto a sorprenderti e questo rende l’esperienza continuamente stimolante.
Mi sento fortunata e grata per le persone che ho trovato qui. Stiamo svolgendo il volontariato in una scuola salesiana e le Suore con cui condividiamo il nostro tempo ci hanno fatto sentire a casa fin da subito, accogliendoci con canti e balli. È bello avere delle persone che ti fanno sentire in famiglia dall’altra parte del mondo. E in questa famiglia hanno un grande ruolo i miei compagni di avventura, persone speciali con cui si è creato un legame speciale, con cui condividere quest’anno di vita, le emozioni, paure, speranze e gioie, e gli unici che potranno sempre capire fino in fondo ciò che sto attraversando.
Maria, operatrice volontaria SCU in Repubblica Dominicana