“Sono passati nove anni dal mio rientro dalla Repubblica Democratica del Congo (RDC) , ma sembra ieri il momento in cui rimettevo piede in Italia. E’ stata un’esperienza unica che mi ha fatto crescere. Una volta qui, ho sentito il desiderio di cambiare qualcosa nella mia vita, provare ad essere “una goccia nell’oceano”. Una delle decisioni che ho preso, è stata quella di sostenere un bambino a distanza. E cosa c’è di più bello se non sostenere a distanza un bimbo che tra le altre cose porta il tuo stesso nome?!
Tutto ebbe inizio una mattina di 9 anni fa a Mokambo, piccolo villaggio nel sud della RDC, quando le Suore mi chiesero se volessi andare al confine con lo Zambia a prendere una donna che aveva partorito nell’ospedale più vicino (in Zambia!). Sulla strada del ritorno, mentre eravamo in Jeep, la madre del bimbo appena nato mi chiese: “Comment tu t’appelles?”. Ed io “Mon nom est Francesco in italien, no Francois!”. A quel punto tutti giù a ridere! Il padre iniziò a parlottare con la moglie, si girò verso di me e mi disse: “Nous appellerons notre fils Francesco, NO Francois! En espérant que la bonne chance!”. Hanno chiamato il bimbo Francesco, in italiano, con la speranza che gli portasse bene questo nome… ed io glielo augurai di tutto cuore.
Dopo qualche anno dal mio viaggio nella RDC mi sono messo alla ricerca di Francesco e senza non poche difficoltà sono riuscito a trovarlo, iniziando il mio percorso di sostegno a distanza, che ancor oggi porto avanti. La mia speranza è quella che un giorno Francesco porti a termine tutti gli studi, diventi LUI “una goccia nell’oceano” e contribuisca a cambiare il destino di uno dei contineti più affascinanti al Mondo.”
Francesco