Servizio Civile Universale

Valentina: il mio anno di SCU in Costa Rica.

Written by Francesca

Quando ho fatto domanda per il SCU ricordo che il mio unico pensiero era che volevo partire a tutti i costi, non importava dove, certo se mi avessero presa per la destinazione da me scelta sarei stata ancora più contenta.
Sentivo la necessità di andare lontano, ma non a fare una semplice vacanza, bensì a fare qualcosa di utile per gli altri e che al tempo stesso sarebbe servito molto anche a me. Per questo quando ho saputo di essere stata selezionata ho provato una felicità indescrivibile, quasi non ci potevo credere.
Dopo la formazione e dopo tutta la serie di preparativi finalmente sono arrivata in Costa Rica, più precisamente a Nicoya, in Guanacaste.
Nicoya è una città che non ha molto da offrire a livello sociale, ma sicuramente mi ha fatto immergere totalmente in quelli che sono gli usi e costumi costaricensi e in particolare quelli del Guanacaste, dal cibo, alle festività tipiche, ai modi di dire….
Una volta arrivata al barrio San Martin ho fin da subito respirato quell’aria di paese latinoamericano che ricordavo bene, certo, non è stato proprio tutto come me lo aspettavo, ma è stato ugualmente una bellissima scoperta.
Poco a poco tutte le persone del quartiere hanno incominciato a conoscerci e noi a conoscere loro, dai vicini di casa al fruttivendolo, dal panettiere ai commessi dei supermercati o la signora da cui andavamo ogni mese a fare la ricarica, oppure il signore che ogni mattina alle 7 veniva a regalarci tortillas, insomma, proprio tutti.
Ogni persona che incontravamo per strada ci ha sempre salutato e chiesto come stavamo, anche persone che non avevamo mai visto prima, ho capito che per loro chiederti come stai è quasi un automatismo, ma rimane pur sempre un bel gesto.
Ci sono dei tratti che caratterizzano queste persone e che io apprezzo veramente tanto, il loro essere premurosi, la loro disponibilità e generosità, la semplicità e la lentezza con cui vivono tutti i giorni, certo, discutibili da un lato, ma dall’altro ti fanno riflettere molto.
Sento che quest’anno di servizio civile in Costa Rica mi ha resa più sicura, mi ha fatto capire di essere più paziente di quello che credevo e di essere meno ansiosa di quello che ero e, seppur io sia una ritardataria cronica, sono sempre stata abbastanza rigida con gli orari e appuntamenti vari, ora mi sento molto più flessibile in questo, che, non sempre, ma ogni tanto ci vuole.
Ho instaurato un bellissimo rapporto con la gente del posto, sia con i bambini con cui ho lavorato che con gli adulti, e so che così avrò per sempre un legame con questa terra che mi ha dato tanto.
Mi mancherà tutto, tutti i sapori, gli odori, anche quello del culantro che ho scoperto piacermi, e tutti quei suoni che hanno fatto parte della mia quotidianità: cani e galli anche nel bel mezzo della notte, uccelli con dei cinguettii alquanto bizzarri, motori scoppiettanti, manghi che cadono sulle tettoie e che di notte sembrano mattoni, vedere camminare sulle pareti di casa i geki, essere circondata tutti i giorni da persone fin dal primo mattino, comprese quelle che ci svegliavano gridando fuori dalla porta ‘’buenaaass’’ e che insistevano finché qualcuno non apriva, e anche le suore mi mancheranno!
Ecco forse l’unica cosa che non mi mancherà è l’umidità che mi ha accompagnata per quasi tutti questi 10 mesi.
In Costa Rica, o Tiquicia come la chiamano qua, ci lascio un pezzettino di me e nel mio cuore porterò per sempre ogni persona che ho conosciuto, perché ognuna di loro, con estrema semplicità, è stata in grado di lasciarmi qualcosa.

Valentina, operatrice volontaria di servizio civile universale in Costa Rica

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