Servizio Civile Universale

Benvenuti ad Antananarivo, capitale del Madagascar.

Written by Francesca

Sono seduta in refettorio. Dalla finestra vedo in cortile una bambina con un berretto di lana nera col pon pon. Mi saluta con un sorriso radioso. Il sole batte così forte da far sudare, ma lei, il suo cappellino, lo tiene sempre ben saldo. Forse perché è la cosa più preziosa che possiede. Forse è solo un nascondiglio dalla realtà che la circonda.

Benvenuti ad Antananarivo, capitale del Madagascar!

Sono ormai più di due mesi che sono qui accolta da una comunità di Figlie di Maria Ausiliatrice (suore Salesiane), il cui cuore pulsante risiede nel cortile. È qui che ogni mattina sono benvenuti gli 88 bambini tra gli 11 e i 18 anni appartenenti al centro di alfabetizzazione ai quali insegno francese. È il luogo dove corrono per giocare durante la ricreazione e dove poi a mezzogiorno mangiano “vary” (riso). È qui che il sabato pomeriggio ha vita l’Oratorio. È luogo di incontro e di partecipazione, è lo spazio dell’ “essere” e non del “fare”, messaggio di amore e carità. Il cortile, casa accogliente per tutti i bimbi del quartiere e non, è il fulcro dell’azione apostolica avente l’obiettivo di rendere tutti i giovani “felici nel tempo e nell’eternità”.

Lo stile di vita del posto lo si può riassumere nell’espressione “mora mora”, modo di dire tipico malgascio traducibile in “piano, piano”. Ma qui a Tanà tutto corre. Le macchine corrono, i bimbi nel cortile corrono, il tempo corre. Anche le emozioni corrono. Si susseguono vicendevolmente.

Qui in Madagascar ogni giorno è per me un dono meraviglioso; vedo con i miei occhi l’ “Amore vincere”. Il mio cuore batte forte ogni volta che i bambini mi sorridono e corrono ad abbracciarmi. Sono in un cammino di crescita e di “rimpicciolimento”. Giorno dopo giorno cadono le mie certezze e le mie barriere. Non esiste più la paura di essere diversi, ma l’orgoglio dell’unicità vissuta in comunione con gli altri.

Sto conoscendo la bellezza dello stare svegli e assaporare il presente. Ho capito che non bisogna cercare la propria strada, ma percorrerla con fiducia. Ho imparato che la gioia vera spaventa, ma che se l’accetti ti riempie l’anima e che il domani non fa paura perché sarà un altro grande dono. E noi, il domani, lo accoglieremo “mora mora”, “piano piano”.

Sara, operatrice volontaria SCU in Madagascar

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