La pandemia causata dal Covid 19 non è solamente una terribile emergenza sanitaria, ma è anche la causa di una profonda crisi economica e del mercato del lavoro che sta investendo tutto il mondo.
Oggi, quindi, 20 febbraio, nella Giornata Mondiale della Giustizia Sociale – proclamata dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite nel 2007- non possiamo non soffermarci a riflettere su come nell’ultimo anno siano notevolmente aumentate proprio a causa della pandemia le disparità tra Paesi, popoli, società e cittadini.
In base agli ultimi dati pubblicati dall’OIL (Organizzazione Internazionale del Lavoro), si stima che la disoccupazione globale potrebbe aumentare coinvolgendo circa 25 milioni di individui, che andrebbero a sommarsi ai 188 milioni del 2019.
Questa crisi ha sicuramente un impatto maggiore su quelli che sono i lavoratori e le lavoratrici meno protetti e con minori tutele, in particolar modo giovani, anziani e migranti.
Inoltre, da uno studio delle Nazioni Unite sull’impatto del COVID 19 sulle donne, è emerso come esso sia la causa del peggioramento delle disuguaglianze di genere nell’ambito economico, della salute e del lavoro di cura non retribuito. In base a questa ricerca, il 60% delle donne lavora nell’economia informale con un gender pay gap che arriva anche al 35% per la stessa mansione causando una conseguente minore possibilità di risparmio e un elevato rischio di finire sotto la soglia di povertà. Inoltre, la pandemia ha causato un aumento esponenziale del lavoro di assistenza non retribuita delle donne a causa della chiusura delle scuole e delle crescenti esigenze delle persone anziane. L’aggravarsi della pandemia ha aumentato lo stress economico e sociale che, in contesti di fragilità e disagio sociale, si è trasformato anche in violenza di genere.
Tutto questo diventa ancora più allarmante nel momento in cui si è consapevoli di come lo sviluppo e la giustizia sociale siano indispensabili per il mantenimento della pace e della sicurezza.
Essi non possono essere, però, raggiunti laddove i diritti umani e le libertà fondamentali non vengano rispettati.
Alla luce di questo, quindi, il VIDES Internazionale e la Fondazione FVGS Onlus operano con forza affinché la giustizia sociale sia un principio di base in tutte le attività promosse in ogni Paese in cui sono presenti. Essa viene sostenuta attraverso attività che promuovono l’uguaglianza di genere, i diritti dei bambini e delle popolazioni indigene. Infatti, il VIDES Internazionale e la Fondazione FVGS Onlus sono profondamente convinti di quanto affermato da Papa Francesco: “Non c’è giustizia sociale che possa essere derivata sulla disuguaglianza”.
Proprio con tale scopo il VIDES Canada organizza una serie di incontri con i rifugiati eritrei per aiutarli nel loro percorso di inserimento nella società locale attraverso corsi di lingua inglese e tutoraggi per guidarli nella ricerca di un lavoro.
Sempre per il sostegno di giovani migranti, ad Haiti la Fondazione FVGS Onlus ha realizzato un progetto per dare a ragazze provenienti dalla Repubblica Dominicana la possibilità di acquisire, attraverso dei corsi di cucina, pasticceria e gestione di un bar, le competenze necessarie per trovare un lavoro che le renda economicamente autonome.
Inoltre, nello spirito di Don Bosco e di una giustizia sociale, il VIDES Internazionale ha promosso in Sud Africa un progetto a favore di giovani che sono fuori dal mercato del lavoro per aiutarli a trovare un’occupazione attraverso un approccio integrato che unisce la formazione professionale e lo sviluppo di competenze trasversali.
In questa giornata, quindi, desideriamo sollecitare tutti i nostri volontari presenti nel mondo, i nostri sostenitori, le suore salesiane e tutta la nostra rete affinché si attivino per rafforzare la giustizia sociale rimuovendo le barriere legate al genere, all’età, alla razza, all’appartenenza etnica o culturale e combattendo le cause strutturali della povertà.