“Se comprendere è impossibile, conoscere è necessario” Primo Levi
27 Gennaio 1945: i Russi liberarono il campo di Sterminio di Auschwitz. All’interno 7mila prigionieri, quasi morti. Altri 60 mila erano stati portati via con le marce della morte, altri migliaia e migliaia, MILIONI, erano morti per freddo, fame, malattie e camere a gas.
Una data simbolica per ricordare:
- 6 milioni di Ebrei
- 300.000 zingari di etnia Rom e Sinti
- 300.000 esseri umani affetti da qualche tipo di disabilità mentale o fisica “eliminati” in nome dell’eugenetica e dell’ “improduttività”
- 100.000 oppositori politici del regime nazista uccisi (in maggioranza comunisti e liberali massoni)
- 25.000 omosessuali
- 5.000 testimoni di Geova
Oggi, 71 anni dopo, quasi tutti i sopravvissuti non ci sono più, e questa per noi è la responsabilità più grande.
Trasmettere ciò che è stato, per non dimenticare.
In questo giorno, vale la pena ricordare i cosiddetti “Giusti fra le Nazioni“, persone che negli anni della Guerra, offrirono il loro aiuto in particolare agli Ebrei perseguitati, rischiando spesso la loro stessa vita. Lo YAD VASHEM , l’Ente Nazionale Israeliano per la memoria dell’Olocausto, ha conferito negli anni questo riconoscimento a circa 10.000 persone di diversa nazionalità e, che in modi diversi, contribuirono alla salvezza di migliaia di Ebrei.
Le Nazioni Unite celebrano il Giorno della Memoria con una commemorazione e delle mostre, ma anche con un briefing dal titolo “Il Futuro dell’Educazione sull’Olocausto“.